Museo del Fieno
Dopo anni di raccolta di informazioni e materiali e mesi di lavoro per l’assemblaggio e il montaggio si è inaugurato finalmente il Museo del Fieno di Bellissimi di Dolcedo. Si tratta di un punto museale monotematico dedicato ad un prodotto umile come il fieno che però aveva un’importanza determinante nella vita del nostro entroterra.
Ogni famiglia possedeva qualche animale (bue, mulo, asino, conigli, capre…) e la montagna forniva la materia prima per il loro sostentamento.
Così si partiva ancor prima dell’alba per i prati, per quelle giornate di lavoro, di fatica, celebrando un rito che ogni anno si ripeteva per lo più nel mese di luglio. Erano molti però che si spostavano a vivere nei casoni, nelle caselle per tutto il periodo della raccolta e il Monte Faudo si popolava di voci e di energie. I falciatori più abili erano prenotati un anno per l’altro, le donne con i falcetti si occupavano delle zone pietrose ai bordi del prato, i bambini scendevano alle sorgenti per approvvigionare l’acqua. Tutti avevano una mansione.
Ma uno dei compiti più importanti era svolto dal mulo che ogni giorno percorreva le mulattiere in salita ed in discesa, anche più volte, carico del frutto di tanto lavoro. All’inizio del 1900 nel territorio di Dolcedo si contavano oltre 600 muli utilizzati per il trasporto in genere, ma anche come forza motrice negli innumerevoli cosiddetti mulini o frantoi a sangue. Per il sostentamento di questi compagni occorrevano quintali e quintali di fieno.
Oggi, a soli trent’anni dalla conclusione di quell’epopea, pare tutto molto lontano, perso in un angolo della memoria, ma la montagna è ancora lì e oggi, più di allora, chiede il nostro rispetto. Rispetto che non può venire se manca la conoscenza: ecco il motivo che ci ha spinto a dar vita a questo punto museale.